Cannabis, consumi in aumento: le conseguenze sulla salute mentale

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Cannabis, consumi in aumento: le conseguenze sulla salute mentale

Il consumo di cannabis è in aumento. Secondo i numeri provenienti dai più importanti organismi internazionali che sono attivi nella lotta alla diffusione degli stupefacenti, i derivati della cannabis rappresentano in Europa la prima droga d’abuso. Essi vengono usati da circa 40 milioni di persone. Si stima, inoltre, che di tutte le persone di età compresa fra i 15 e i 34 anni almeno 1 su 4 abbia provato la cannabis. L’Italia è sul podio di questa graduatoria, visto che nella UE si colloca al terzo posto per consumo di cannabis. La sostanza viene consumata da 24 milioni di persone nella fascia di età compresa tra i 15 e i 64 anni, e da oltre 17 milioni di persone nella fascia di età compresa tra i 15 e i 34 anni.

Le conseguenze del consumo di cannabis

Un’ipotesi allo studio da parte dei ricercatori scientifici è che l’uso di cannabis sia in grado di favorire la comparsa di schizofrenia o possa rendere più gravi i suoi sintomi nei soggetti che sono predisposti o vulnerabili. Nello specifico, un uso continuativo e regolare della cannabis può aumentare di 4 volte il rischio di sviluppare una schizofrenia. Alcune ricerche hanno preso in esame le conseguenze del consumo di cannabis fra gli adolescenti e hanno individuato un legame stretto tra l’impiego della sostanza e la comparsa di vari disturbi di carattere psichiatrico, quali gli attacchi di panico, la depressione e la psicosi da cannabis. Inoltre è stato rilevato un elevato rischio di tentativi di suicidio.

Effetti sottovalutati

Gli studi revisionati hanno messo in evidenza quanto siano sottovalutate, in molti casi, le conseguenze della cannabis a lungo termine. Inoltre, sono pochi i consumatori che conoscono realmente i rischi che possono scaturire da un uso reiterato o addirittura da un abuso della sostanza. Uno studio longitudinale che è stato effettuato in Svezia su un campione di poco più di 50mila persone ha verificato, attraverso il follow up eseguito 15 anni dopo, che chi aveva iniziato a usare cannabis all’età di 18 anni era più esposto al rischio di schizofrenia, con una probabilità di ricevere una diagnosi di questo tipo due volte e mezzo più alta di quella dei non consumatori. Una delle ipotesi che riguardano la comparsa di psicosi correlata al consumo di cannabis afferma che lo stato psicotico si può innescare o come conseguenza di un particolare effetto farmacologico che scaturisce dalla sostanza o come effetto di esperienze stressanti che sono state affrontate nel corso dell’intossicazione.

Sensazioni piacevoli, ma non solo

Il consumo di cannabis può dare origine al palesarsi di effetti psicoattivi che in molti casi comprendono sensazioni gradevoli, sotto forma di emozioni amplificate, stati di euforia, relax e calma. Ad ogni modo, ci sono persone che possono andare incontro a reazioni molto meno piacevoli: paranoia, depressione e attacchi di panico, ma anche distorsione temporale, dispercezioni, paura di morire, derealizzazione, sensazione di perdita del controllo e depersonalizzazione. Sono tutte reazioni transitorie, ma che nel caso di consumatori abituali possono durare a lungo e ripresentarsi nel corso del tempo. La cannabis, anche in persone sane, può indurre sintomi psicotici sia negativi che positivi, come pure deficit cognitivi paragonabili a quelli che caratterizzano la schizofrenia. Si tratta di sintomi che nella maggior parte dei casi sono temporanei, e che però in soggetti vulnerabili possono essere causa di manifestazioni psichiche anche severe correlate.

I disturbi psichiatrici e la cannabis

L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la doppia diagnosi, o comorbilità, come la presenza in uno stesso soggetto di un disturbo causato dall’assunzione di sostanze psicoattive e in contemporanea di un altro disturbo di carattere psichiatrico. È dimostrato che l’assunzione di cannabis è associata a un incremento del rischio di disturbi mentali. Le variabili in gioco sono molteplici: la dose che si riceve e la modalità di somministrazione, ma anche le aspettative del soggetto, il tempo di utilizzo e la personalità del consumatore. In ogni caso si ha a che fare con un rischio molto elevato di comparsa di disturbi di natura psichiatrica, specialmente negli individui vulnerabili, fra i quali devono essere annoverati coloro che hanno adoperato la cannabis nel corso dell’adolescenza. Lo stesso dicasi per i soggetti a elevato rischio genetico di disturbi psichiatrici e per coloro che hanno sperimentato sintomi psicotici in passato.

I grow shop

I numeri relativi al consumo di cannabis, per di più, rischiano di aumentare se si prende in considerazione il boom dei cosiddetti grow shop, vale a dire i negozi in cui è possibile comprare la cannabis legale. È definita legale la cannabis che ha un principio attivo di THC inferiore alla soglia dello 0.6%, superata la quale la sostanza è in grado di favorire la comparsa di effetti stupefacenti.

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