
CBD: effetti negativi del cannabidiolo e dipendenza
Il cannabidiolo (CBD) è uno dei due principii attivi cannabinoidi più importanti naturalmente presenti nella pianta di cannabis. Rivalutato e apprezzato attualmente anche in ambito medico, il CBD sta dimostrando la sua efficacia in diverse situazioni, e viene impiegato ormai normalmente anche a scopo terapeutico, in merito alle sue proprietà e all’assenza di effetti psicotropi.
Usato sotto controllo medico, il CBD è un prodotto sicuro e non genera alcuna dipendenza, ma è comunque importante attenersi ad alcune precauzioni e tenere presente che esistono comunque controindicazioni e possibili effetti collaterali, per quanto la sostanza sia solitamente tollerata da tutti senza problemi.
Che cosa è il CBD
Il CBD, come abbiamo detto, è uno dei composti, in totale oltre 400, presenti nella cannabis e, insieme al THC, è il cannabinoide più importante, tenendo conto che i cannabinoidi sono una sessantina circa.
A differenza di THC, il CBD non provoca effetti psicotici mentre, al contrario, è stata comprovata la sua efficacia nel trattamento del dolore e nel favorire il rilassamento e il benessere di tutto il corpo. Chiaramente, per quanto non sia dannoso, interagisce comunque con il sistema endocannabinoide dell’organismo, e può provocare reazioni diverse da una persona all’altra.
I cannabinoidi, tra cui il CBD, attivano i recettori del sistema endocannabinoide naturale, permettendo di conseguenza un utilizzo farmacologico e terapeutico di questa sostanza, che pare interagire in diverse funzioni dell’organismo, dalla percezione del dolore all’apparato digestivo e cardiovascolare, oltre a svolgere un ruolo importante per il metabolismo.
Quali sono gli effetti indesiderati del CBD
Sebbene si tratti di un prodotto del tutto naturale, e, ai fini terapeutici, venga somministrato sotto controllo medico, potrebbero verificarsi alcuni effetti collaterali, anche se piuttosto rari e molto leggeri.
Senso di sonnolenza
L’effetto rilassante del CBD può provocare sonnolenza, rivedendo e correggendo la dose o assumendo il prodotto di sera il problema dovrebbe risolversi facilmente. Paradossalmente, può anche essere che la sostanza provochi, al contrario, una maggiore resistenza alla fatica, in quanto svolge un’efficace azione antinfiammatoria.
Modifica dell’appetito
Uno degli effetti più noti del CBD riguarda la sfera dell’umore che, di conseguenza, compromette anche l’appetito. Ciò significa che il cannabidiolo, in relazione alle proprie condizioni fisiche e comportamentali, può provocare aumento o diminuzione della fame, e relative modifiche del peso. Anche in questo caso, è sufficiente modificare adeguatamente la dose per riequilibrare le funzioni metaboliche e il senso di fame.
Abbassamento della pressione
Il CBD è molto utile a chi soffre di ipertensione poiché tende ad avere un effetto ipotensivo, ovviamente coloro che hanno già una pressione naturalmente bassa, o assumono regolarmente farmaci ipotensivi, devono farne uso solo dopo avere consultato il medico di fiducia, anche se si tratta di un semplice integratore alimentare.
Mal di testa
Se la dose di CBD è troppo elevata, o comunque quando si assume la sostanza per la prima volta, può capitare che provochi un po’ di mal di testa. Si tratta però di una reazione temporanea, considerando che invece, al contrario, il CBD viene spesso utilizzato nel trattamento del mal di testa e dell’emicrania cronici.
Oltre a questi, il CBD può provocare ulteriori effetti secondari di breve durata, dal senso di secchezza della bocca alle vertigini, che sono comunque molto soggettivi e si risolvono spontaneamente. In particolare, il senso di bocca asciutta è il sintomo più comune, ma è molto lieve e basta mantenere una buona idratazione per eliminarlo completamente.
Non si verificano, al contrario, effetti secondari significativi né dipendenza, ma è anche vero che l’uso terapeutico del CBD viene sempre effettuato sotto controllo medico: l’olio e i prodotti di utilizzo comune sono da considerarsi integratori alimentari.
L’interazione tra CBD e farmaci
È invece da controllare con attenzione la possibilità che il CBD, anche se assunto a basso dosaggio, sotto forma di olio o prodotti semilavorati, interagisca con farmaci di uso relativamente comune: per questo motivo, prima di fare uso di CBD, chiunque stia seguendo una terapia farmacologica deve consultare il medico.
Questo effetto è dovuto al fatto che il CBD interviene sulle funzioni epatiche, modificando quindi anche i processi metabolici di alcuni principii attivi farmacologici. I farmaci più coinvolti in questo effetto sono gli anticonvulsivanti, gli immunosoppressori, gli antidepressivi e antipsicotici, gli oppioidi e i calcio-antagonisti.
Per evitare problemi anche piuttosto gravi, è necessario che un’eventuale integrazione con CBD venga stabilita e monitorata da un medico, trattandosi, come abbiamo visto, di farmaci che richiedono un dosaggio molto preciso e variabile da persona a persona.
Il CBD può dare assuefazione e dipendenza?
In base alle ricerche e ai report pubblicati dalle istituzioni sanitarie internazionali, il CBD è un prodotto sicuro per la salute, non comporta effetti collaterali rischiosi e può invece essere di aiuto nel ritrovare il benessere. Non trattandosi di una sostanza psicoattiva, come abbiamo detto, non provoca situazioni di tolleranza e assuefazione né di dipendenza e conseguenti crisi di astinenza.
Il CBD non provoca dipendenza neanche dopo un utilizzo prolungato perché il meccanismo d’azione è molto diverso da quello del THC: non viene provocata alcuna azione stimolante nei confronti del sistema endocannabinoide ma, diversamente, una sorta di rilassamento, che è alla base del blando effetto tranquillante del CBD.
Inoltre, anche come prodotto terapeutico, offre il vantaggio di pochissimi e irrilevanti effetti collaterali, una caratteristica che lo rende adatto per trattare diverse patologie, dal dolore cronico all’epilessia.
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