
Come affrontare una dipendenza: consigli per le famiglie
Rendersi conto che un familiare, soprattutto un figlio, fa uso di sostanze stupefacenti ed è in una situazione di dipendenza da droga, alcol o altro è sempre molto difficile, sia per la difficoltà nell’interpretare i segnali, sia perché talvolta si tende a ignorare o nascondere il problema.
Al contrario, è necessario rendersi conto che la famiglia svolge un ruolo determinante nel percorso di liberazione da una tossicodipendenza, e che gli atteggiamenti di vergogna, timore o occultamento del problema, così come i sensi di colpa, sono inutili e addirittura arrivano a peggiorare la situazione.
La tossicodipendenza, così come ogni altra forma di dipendenza, ad esempio il gioco d’azzardo compulsivo, le dipendenze affettive o la dipendenza dai social network, si ripercuote all’interno della sfera affettiva e familiare coinvolgendo tutti, ed è importante riconoscere la situazione problematica e collaborare per risolverla al meglio.
Confrontarsi senza paura
Prima di tutto, è necessario che la persona che soffre di dipendenza riconosca il proprio stato e si impegni per lavorare su sé stessa, ma è anche vero che nella maggior parte dei casi non si rende conto di trovarsi in una condizione di pericolo, o comunque non vuole ammetterlo. In questo caso, i familiari devono intervenire, soprattutto se si tratta di un figlio minorenne, cercando di renderlo consapevole del rischio che sta correndo, senza accusarlo o giudicarlo in maniera troppo severa.
Genitori e familiari devono confrontarsi in maniera chiara e diretta con la persona tossicodipendente, evitando di trovare o accettare scusanti di qualsiasi tipo. A volte si tende a cercare giustificazioni per la tossicodipendenza di un figlio o di un familiare e a coprire i suoi atteggiamenti e il suo comportamento: ciò non è di alcun aiuto alla persona che sta assumendo la droga, anzi, in questo modo si sentirà autorizzata a continuare ad assumerla, provocando seri problemi a tutto il nucleo familiare e sociale a cui appartiene.
È invece opportuno trasmettere al familiare tossicodipendente la consapevolezza che con il suo comportamento sta compromettendo seriamente il rapporto di fiducia e la credibilità, facendogli capire che, al contrario, un percorso di disintossicazione e riabilitazione si rivelerà positivo per tutti.
Come deve comportarsi la famiglia nei confronti di un tossicodipendente
Come abbiamo detto, il ruolo principale dei familiari di un tossicodipendente è quello di renderlo il più possibile consapevole del proprio stato e di motivarlo a liberarsi prima possibile dalla dipendenza. Rivolgersi ad una struttura specializzata è la soluzione migliore, poiché consente di usufruire del supporto di medici, psicoterapeuti e specialisti in grado di proporre un percorso personalizzato coinvolgendo attivamente anche i familiari.
In questi casi, la psicoterapia è utile non solo per la disintossicazione, ma anche per rinsaldare i legami tra i componenti della famiglia e ritrovare armonia e tranquillità. Il confronto diretto e continuo tra i familiari è importante in tutto il percorso di disintossicazione, per trasmettere fiducia e motivazione alla persona tossicodipendente e per escludere il più possibile il rischio di recidiva.
Come comportarsi nei confronti dei figli tossicodipendenti
Nei casi di tossicodipendenza dei giovani, e in particolare dei minorenni, non è raro che parta dalla situazione familiare una delle cause scatenanti del problema. Situazioni di degrado sociale o di disagio, famiglie in cui i genitori sono spesso assenti, nuclei familiari disuniti o con forti contrasti interni provocano a volte nei giovani e negli adolescenti la ricerca di emozioni forti, comprese quelle provocate dall’assunzione di droga e stupefacenti.
Se da una parte è vero che la famiglia deve rappresentare una base solida nella vita e nella crescita di una persona, gli squilibri familiari e l’assenza o disarmonia dei genitori possono provocare nei giovani sentimenti contrastanti, esponendoli maggiormente al rischio di sviluppare una dipendenza, illudendosi che la droga possa costituire una via di uscita da tristezza e solitudine.
Di conseguenza, poiché una persona tossicodipendente non percepisce il legame con la famiglia, anzi, tende ad evitarlo, il risultato è un circolo vizioso dove la famiglia viene vista come un ostacolo e una minaccia e la droga come un rifugio.
I genitori devono rappresentare per un giovane una guida. Venendo a mancare questo punto di riferimento, stupefacenti, droga e sostanze d’abuso possono trasformarsi in una soluzione, sebbene inutile e dannosa. Un percorso di psicoterapia diventa quindi necessario per ritrovare l’atmosfera familiare ideale e fornire la motivazione a liberarsi dalla dipendenza.
Tossicodipendenza di uno dei partner
In una famiglia, potrebbe essere anche uno dei genitori a soffrire di qualche forma di dipendenza, provocando serie ripercussioni sia sul rapporto di coppia che sull’armonia familiare. In questo caso, la responsabilità genitoriale si trasferisce su un solo coniuge, inoltre viene spesso compromesso anche l’aspetto economico, considerando che le dipendenze portano una persona ad intaccare il patrimonio familiare e ad allontanarsi dal lavoro.
Inoltre, per un figlio adolescente, la presenza di genitori che fanno abuso di sostanze stupefacenti o di altro, rappresenta un esempio negativo e una giustificazione a comportarsi nello stesso modo. Anche in questo caso, consapevolezza, responsabilità e volontà di liberarsi dalla dipendenza sono fondamentali, ma è ugualmente necessario seguire un percorso terapeutico personalizzato e su misura.
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