
Ecstasy o MDMA: la pasticca colorata che spegne i sogni
L’ecstasy è una droga sintetica che fa parte del gruppo delle metanfetamine.
Dal punto di vista chimico, l’ecstasy è metilendiossimetamina e da questo deriva l’acronimo MDMA con il quale è altrettanto nota questa sostanza stupefacente.
L’ecstasy (o MDMA) è stata sintetizzata per la prima volta nel 1912, a partire dal safrolo, un componente presente in diverse spezie vegetali come il sassofrasso, la noce moscata, la vaniglia e la radice di acoro.
Storia della diffusione dell’ecstasy
L’MDMA inizia a diffondersi rapidamente alla fine degli anni ’80 e deve la sua iniziale popolarità alla naturale capacità di abbassare lo stato d’ansia e per le sue proprietà sedative.
Tale rapida diffusione dell’ecstasy è iniziata negli Stati Uniti ed ha conosciuto una crescita esponenziale fino al 1° luglio 1985, anno in cui è stata dichiarata illegale. L’uso iniziale che si faceva di questa sostanza del gruppo delle metanfetamine era a livello medico soprattutto a sostegno della terapia di coppia e sempre sotto la supervisione di un analista. Si riteneva, infatti, che l’assunzione di MDMA fosse un modo per superare in modo più semplice i nodi che si creano nel rapporto fra due coniugi, grazie proprio alla sua capacità di aumentare il grado di empatia fra gli individui.
Successivamente si diffuse la conoscenza dei suoi effetti stimolanti ed empatogeni, ossia la capacità di facilitare le relazioni, aumentare l’empatia fra due o più soggetti, anche al di fuori dell’ambito medico. Da questo momento sarà facile trovarla in occasione di feste e, in generale, luoghi di maggiore aggregazione giovanile sia negli Stati Uniti che in Europa.
Un rapporto del 2017 del Ministero della salute stima che l’ecstasy sia stato consumato da circa un milione e mezzo di italiani (il 4,1%) almeno una volta nella vita.
I principali effetti collaterali generati dal consumo di ecstasy
L’MDMA viene preparata clandestinamente in capsule, polveri o compresse colorate, la cui composizione è spesso incognita e ogni pastiglia si distingue dalle altre per il colore e per la griffe (mezzaluna, cavallo alato, delfino, etc.…), o marchio d’autore: il cosiddetto designers drugs. In questo modo è possibile contraddistinguerne la provenienza e i diversi effetti.
I suoi effetti stupefacenti non possono essere definiti allucinogeni ma, a lungo termine, si rivelano comunque devastanti su mente e corpo, soprattutto nei più giovani che risultano esserne i maggiori utilizzatori.
Chimicamente, l’ecstasy agisce sul cervello umano come inibitore di un neurotrasmettitore fondamentale, connesso con il benessere e la serenità: la serotonina.
Agendo sulla produzione di serotonina, l’ecstasy, subito dopo l’assunzione genera un iniziale stato di euforia, di eccitazione e di socievolezza artificiale seguita da disforia, malumore e ostilità verso il mondo esterno. Anche se l’assunzione avviene in modo saltuario, collegata al week-end e a determinati luoghi di aggregazione, questo non risparmia chi ne fa uso dai temuti effetti collaterali sopraelencati che inevitabilmente arriveranno il giorno dopo.
L’uso protratto di ecstasy, e metanfetamine in generale, può indurre a vere e proprie alterazioni della personalità è in alcuni casi a depressione, paranoia, isolamento e pensieri suicidari. Un altro effetto a lungo termine dell’assunzione costante di MDMA è l’anoressia mentale, ossia uno stato di inappetenza che può persistere anche dopo la sospensione dell’assunzione della sostanza.
Un altro degli effetti indesiderati generato dall’assunzione di ecstasy è l’abbassamento dello stato di vigilanza. Tale condizione viene ulteriormente accentuata nel caso in cui l’ecstasy venga assunto in concomitanza a bevande alcoliche e quindi alcol etilico.
Assumere contemporaneamente metanfetamine e alcol etilico è devastante sia per l’organismo che per la mente, ma ha anche degli effetti indiretti collegati all’abbassamento dello stato di vigilanza. Purtroppo, moltissime persone, soprattutto fra i giovanissimi, decidono irresponsabilmente di mettersi alla guida dopo aver ingerito questo mix, con la possibilità di generare incidenti mortali e ledere non solo se stessi, ma anche eventuali mal capitati. Tali episodi sono talmente frequenti da aver dato vita a un vero e proprio fenomeno sociale denominato strage del sabato sera.
Dipendenza e astinenza generati dall’ecstasy
Le metanfetamine hanno un effetto devastante soprattutto per la psiche; infatti, la ripetuta e costante assunzione di ecstasy, o altre sostanze dello stesso gruppo, conduce a una dipendenza di tipo psicologico. Il soggetto che assume MDMA regolarmente diventa incapace di provare sensazioni positive, piacevoli e uno stato di benessere attingendo dalle esperienze offerte dalla sua vita privata, lavorativa e sentimentale.
Senza le pastiglie colorate il suo mondo diventa solo una scala di grigi. Ha bisogno di assumere ecstasy per poter raggiungere la produzione di serotonina che gli permetta di sentirsi in uno stato di euforia e in pace con il mondo.
Inoltre, l’uso giornaliero di MDMA provoca una sintomatologia di tipo astinenziale nel caso in cui l’assunzione venga interrotta bruscamente. Tale condizione è caratterizzata da disturbi a livello fisico come cefalea, sudorazione abbondante, palpitazioni, vertigini, crampi muscolari, disturbi vasomotori e tremori ma anche dello spettro psichico come uno stato di ansietà, irritabilità, disturbi del sonno, affaticamento, depressione e isolamento sociale.
Questo insieme di effetti collaterali di tipo astinenziale sopraggiunge quando l’effetto stimolante dell’ecstasy si esaurisce, risvegliando quindi nel soggetto il desiderio ossessivo di assumere una ulteriore dose di ecstasy per bloccare la suddetta sintomatologia. Questo meccanismo crea una spirale dalla quale risulta difficile poi uscire senza un adeguato supporto medico e psicologico.
L’uso farmacologico
Le anfetamine sono state usate anche a scopo farmacologico, come ad esempio nella cura del morbo di Parkinson, contro la depressione a supporto della terapia psicologica, e anche a scopo dimagrante.
In passato, l’ecstasy è stata anche utilizzata in psichiatria come “siero della verità” per aumentare la capacità di autoanalisi nei soggetti. Tuttavia al momento è stato sospeso ogni uso medico, in relazione sia ai danni cerebrali che potrebbe causare ma anche per il fatto che le metanfetamine hanno una elevata capacità di stimolare il sistema nervoso centrale dando luogo a ipertensione e accelerazione cardiaca, due condizioni in grado di dar luogo a conseguenze letali.
E’ il momento di chiedere aiuto
Se pensi che sia giunto il momento di cercare supporto per rompere il circolo vizioso dell’abuso di droghe, ti consigliamo di scegliere un centro specializzato che possa offrirti competenza e umanità.
Il Centro San Nicola è esattamente ciò di cui hai bisogno: il suo team di professionisti altamente esperti comprende appieno l’importanza delle relazioni umane che i pazienti instaurano con i loro punti di riferimento, che siano educatori, terapeuti o consulenti.
Costruiranno per te un percorso di riabilitazione personalizzato, basato sulla tua storia e sulle tue specifiche necessità, seguendoti fino a quando riuscirai a riprendere in mano la tua vita.
Fai il primo passo, CONTATTACI!
Adesso hai una dipendenza, tra due mesi avrai una vita…