Epatopatia alcolica: abuso di alcol e danni al fegato
Il consumo eccessivo di alcol causa danni e numerosi problemi di salute: tra questi abbiamo la cosiddetta epatopatia alcolica. Con questa espressione non indichiamo una singola malattia, bensì uno stato di infiammazione del fegato connesso a una serie di patologie – ovvero l’epatite alcolica, la cirrosi epatica e la steatosi (o fegato grasso).
Non tutti gli alcolisti incorrono nell’epatopatia alcolica, ma ci sono probabilità abbastanza elevate di essere colpiti almeno da uno di questi disturbi. Del resto, il fegato è uno degli organi interni che più vengono danneggiati dall’alcol: le bevande alcoliche contengono delle sostanze tossiche, che rovinano il fegato pian piano in modo irreversibile. Anche il rischio di cancro, per esempio, è abbastanza alto.
Dunque, se dovessimo definire l’epatopatia alcolica, diremmo che si tratta di un processo progressivo di alterazione del fegato. Si va per step: il primo è la steatosi, per cui il fegato si ingrossa per un aumento dei livelli di trigliceridi. Il secondo è l’epatite alcolica, che provoca necrosi dei tessuti. Il terzo, eventualmente, è la cirrosi epatica, per la quale purtroppo non c’è una cura: al massimo si possono assumere dei farmaci appositi per tenere la malattia sotto controllo.
È possibile prevenire l’epatopatia alcolica?
Avrete capito che l’epatopatia alcolica è determinata da un abuso di alcol. Pertanto è semplice rispondere a questa domanda: per prevenire il fenomeno è necessario limitarsi nel bere.
L’alcol crea dipendenza, e una volta innescato questo processo è sempre più difficile interromperlo. Gli alcolisti sono spesso colti da vere e proprie crisi di astinenza: nel momento in cui cercano di smettere di bere, sperimentano sintomi come nausea, vomito, mal di testa, tachicardia, sudorazione, tremori. Ci sono casi in cui rinunciano a combattere anche soltanto per far cessare queste avvisaglie fisiche.
Per liberarsi della dipendenza da alcol è importante ammettere di avere un problema e chiedere aiuto. Se non si esce da questo baratro, è facile andare incontro alle patologie del fegato e all’epatopatia alcolica.
Ridurre o eliminare gli alcolici è l’unico stratagemma per prevenire questa infiammazione degenerativa. Uno stile di vita sano rappresenta, poi, un valido supporto: mangiare in maniera equilibrata – soprattutto molta frutta e verdura –, fare un po’ di movimento quotidiano, mantenersi idratati con almeno 2 litri di acqua al giorno ecc.
I sintomi dell’epatopatia alcolica
I sintomi dell’epatopatia alcolica variano a seconda della situazione. Le reazioni del corpo, innanzitutto, cambiano in base allo stadio della malattia: all’inizio possono anche non esserci segnali, in quanto la steatosi è silente in molte circostanze.
L’unico sintomo riguarda una sorta di indolenzimento localizzato nell’addome, per la precisione nella parte destra in alto. Si tratta di un fastidio transitorio, quindi le persone potrebbero anche non farci troppo caso.
Al contrario, nelle fasi più avanzate dell’epatopatia alcolica si notano diversi campanelli d’allarme. Tra questi citiamo i dolori addominali intensi, la nausea e il vomito, nonché una significativa diminuzione dell’appetito. A volte sale la febbre, oppure si verifica l’ittero (l’ingiallimento della sclera dell’occhio e della pelle).
Altre spie da non sottovalutare sono una stanchezza costante e una sensazione di agitazione e di irrequietezza inspiegabile. Di solito, questo insieme di sintomi segnalano che l’epatopatia è già in una condizione piuttosto grave.
Le complicazioni
C’è da sottolineare anche un’altra cosa: l’epatopatia alcolica può avere delle complicazioni serie. Ad esempio:
· vene varicose ed emorragie interne nell’area dell’esofago;
· aumento della pressione arteriosa e pericolo di infarto e di ictus;
· encefalopatia epatica, con danni al cervello;
· ascite, cioè accumulo di liquidi nella zona dell’addome;
· leucocitosi neutrofila, un disturbo del sangue contraddistinto da un numero eccessivo di neutrofili (una tipologia di globuli bianchi).
I rischi sono tanti, e non tutti riguardano il fegato. Con il passare del tempo, la problematica si estende anche ad altre parti del corpo. Se non si interviene per tenere sotto controllo la situazione, l’esito potrebbe essere fatale.
Alcuni fattori che peggiorano l’epatopatia alcolica
Le probabilità di essere colpiti da epatopatia alcolica crescono ancora di più se si soffre di obesità. Gli individui in forte sovrappeso sono più vulnerabili a queste alterazioni del fegato: per questo motivo è essenziale seguire una dieta adeguata e fare sport per mantenersi in forma.
Un ulteriore elemento di rischio è un livello elevato di zuccheri nel sangue. Anche per questo è indispensabile stare attenti a come e a cosa si mangia.
La diagnosi
Per concludere, come si effettua la diagnosi del primo step dell’epatopatia alcolica (ossia il fegato grasso)?
Ci sono vari esami da considerare come punto di riferimento. Bisogna sottoporsi a un emocromo, a un’ecografia addominale, o alle classiche analisi del sangue che includono i test per la funzionalità epatica.
Altri specialisti consigliano la biopsia epatica, la TAC o la Risonanza Magnetica. Comunque, l’importante è contattare un esperto non appena si notano i primi sintomi, così da capire in quale fase ci si trova e regolarsi di conseguenza.
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