Dipendenza da Funghi allucinogeni: le proprietà psicoattive dei “funghetti”
Le sostanze psicoattive sono associate al concetto di dipendenza e, anche nel caso dei funghi allucinogeni, spesso non è ben chiaro quali siano i loro effetti sulla saluta fisica e mentale di chi ne fa uso a scopo ricreativo. Cerchiamo quindi di fare chiarezza in merito all’uso di funghi allucinogeni e alla loro dipendenza.
Cosa sono i funghi allucinogeni
I funghi allucinogeni, chiamati spesso anche solamente con il loro diminutivo Funghetti, contengono incredibili proprietà psicoattive, soprattutto la psilocibina.
La psilocibina è una sostanza che i funghi producono naturalmente per difendersi dagli insetti che intendono mangiarli, infatti ha un effetto super saziante che fa in modo che, dopo un piccolo assaggio, l’insetto che ha provato a cibarsene si senta sazio e si allontani soddisfatto. Sull’uomo, invece, la psilocibina ha degli effetti allucinogeni: quando il funghetto viene ingerito, questa sostanza finisce nel sangue e dal sangue arriva al fegato che la trasforma in psilocina. Questa, una volta giunta nel cervello, dà vita alle note allucinazioni visive causate dai funghetti.
Tuttavia, la psilocibina è una delle sostanze psicoattive meno pericolosa e viene considerata a basso rischio per lo sviluppo di una dipendenza fisica, non presenta neurotossicità né rischi di danni permanenti a livello fisico, neanche ad alte dosi: per morire di overdose da funghetti bisognerebbe ingerire chili di funghi, il che lo rende quasi impossibile.
È comunque possibile sviluppare una dipendenza comportamentale ed essere causa di danni neurologici a lungo termine nelle persone che sono predisposte ad alcune malattie del sistema nervoso.
Come agiscono i funghi allucinogeni a livello celebrale
Come tante altre sostanze allucinogene, la psilocibina rende i funghi allucinogeni serotoninergici, ovvero in grado di agire sui livelli di serotonina nel cervello; infatti, la psilocina (che, ricordiamo, è la sostanza in cui si trasforma la psilocibina dopo essere passata dal fegato), ha una forma simile a quella della molecola della serotonina, anche detta la molecola della felicità.
Grazie alla similitudine fra la psilocina e la serotonina, quando la prima arriva nel cervello si lega ai recettori della serotonina, lasciando che quest’ultima si accumuli nel cervello dando il via al trip allucinogeno. Questo meccanismo impiega circa 30 minuti ad avviarsi e gli effetti possono durare fino a 6 ore dopo l’assunzione.
Il trip allucinogeno causato dall’ingestione dei funghetti comprende un aumentato contrasto dei colori, la sensazione che gli oggetti si muovano, brillino e lascino scie al loro passaggio. Inoltre è possibile sperimentare anche allucinazione auditive, ricreando suoni in realtà inesistenti e addirittura andare incontro al un fenomeno detto sinestesia. Chi sperimenta la sinestesia ha le percezioni provenienti dai sensi che si mescolano fra loro: si ha la sensazione di vedere un suono o di sentire un profumo con l’udito.
Infine, un altro degli effetti che la psilocibina ha a livello cerebrale è la capacità di modificare alcune connessioni cerebrali e crearne di nuove, rendendo difficile capire la differenza tra fantasia e realtà, anche grazie al fatto che riesce ad attivare alcune aree del cervello associate ai sogni, come l’ippocampo e la corteccia cingolata anteriore. Tutti questi fattori contribuiscono a scatenare le forti allucinazioni tipiche del trip da funghetto.
Come ogni sostanza allucinogena, ogni trip può rivelarsi un bad trip se lo stato d’animo della persona (set) e l’ambiente circostante (setting) non sono adeguati. Uno stato di ansia preesistente o una situazione caotica potrebbero trasformare le allucinazioni in immagini terrificanti in grado di scatenare reazioni di panico della persona che le sperimenta.
Effetti collaterali dei funghi allucinogeni
Oltre al bad trip, ci sono altri effetti indesiderati che possono sopraggiungere dopo l’assunzione di funghi allucinogeni, soprattutto se dovessero essere ingerite dosi massicce. Fra questi:
- nausea;
- crampi addominali;
- ansia;
- aumento del battito cardiaco;
- fluttuazioni della temperatura;
- sonnolenza.
Infine, come accennato in precedenza, in alcuni rari casi la psilocibina può scatenare sintomi precoci di malattie mentali nei soggetti geneticamente predisposti o con un disturbo latente che prima o poi si sarebbe comunque manifestato. Ad esempio, se in famiglia c’è una certa ricorrenza di malattie psichiatriche, l’uso di psilocibina è fortemente sconsigliato.
Astinenza e dipendenza da funghi allucinogeni
Non è mai stata osservata una crisi di astinenza causata da funghi allucinogeni, nemmeno nei consumatori più assidui. La stessa cosa si può dire per la dipendenza chimica, detta anche fisica, che è poi il tipo di dipendenza che dà luogo alle temute crisi di astinenza.
Invece, è possibile osservare una dipendenza comportamentale in alcuni individui, ossia il rilascio di dopamina causata dal pensiero di poter sperimentare il trip allucinogeno. Questa sensazione di benessere può portare l’individuo a volerne fare uso ma senza sperimentare alcun disagio fisico o crisi di astinenza come nel caso della dipendenza chimica.
Possibili effetti terapeutici della psilocibina
Tutte le sostanze sono potenzialmente dannose se assunte nelle dosi sbagliate. Tuttavia, recenti studi della Johns Hopkins University, hanno dimostrato come delle microdosi di psilocibina, assunte sotto controllo medico, non causano allucinazioni ma, al contrario, hanno degli effetti positivi, tra cui quello antidepressivo, molto simile a quello di alcuni farmaci antidepressivi attualmente in commercio.
In particolare, un gruppo guidato da Roland Griffiths, professore del dipartimento di psichiatria e neuroscienze della Johns Hopkins, sta indagando su rischi e benefici di questa sostanza in ambito psichiatrico, su diversi disturbi tra cui: dipendenza da sostanze, disturbo depressivo, disturbo ossessivo compulsivo e disturbo post traumatico da stress.
Nonostante le prime evidenze, la psilocibina è ancora oggetto di studio da parte della comunità scientifica, che si adopera per riuscire a identificare rischi e benefici del suo utilizzo, non dimenticando mai che si è in presenza di una sostanza psicotropa, in grado quindi di alterare le nostre percezioni.
Quando è utile rivolgersi a un centro di recupero per le tossicodipendenze
I funghi allucinogeni non creano una dipendenza fisica ma potrebbero crearne una comportamentale e comunque potrebbero essere un segnale di predisposizione a fare uso di sostanze per sperimentare dei trip allucinogeni.
Se pensi che qualcuno a te caro possa finire nella spirale della tossicodipendenza, è importante fargli capire che è possibile uscirne rivolgendosi alle strutture giuste. In Italia, un’eccellenza nel campo del recupero e reinserimento sociale è il Centro San Nicola, che dispone di un’equipe eterogenea fatta di medici, psicologi, counselor ed educatori che studiano programmi personalizzati per ogni utente.
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