Ludopatia: sintomi e segni premonitori della dipendenza da gioco d’azzardo
Riconoscere in anticipo i segni di una malattia ci permette di avere un vantaggio nei confronti del suo sviluppo. Sappiamo bene, infatti, che intervenire in anticipo rispetto al suo aggravarsi ci dà la possibilità di contenerla, mettendo in atto alcuni interventi di prevenzione o di cura precoce.
Quali sono questi segnali precoci nel caso del gioco d’azzardo? Quali comportamenti, quali indizi ci permettono di intravedere un possibile sviluppo della fruizione del gioco d’azzardo da “sociale” a patologica? In che modo possiamo capire se sta diventando una malattia al di fuori del nostro controllo o di una persona a noi vicina?
Mentre per le altre sostanze che danno dipendenza esistono dei precisi segnali fisici e quindi relativamente semplici da riconoscere anche solo guardando la persona, nel caso del gioco d’azzardo tali segni non esistono, essendo una cosiddetta dipendenza comportamentale.
Tuttavia, la ludopatia è accompagnata da alcuni segni e sintomi in grado di dirci se il comportamento di gioco d’azzardo sta diventando patologico. Essi fanno riferimento a diversi ambiti:
- area del gioco;
- cambiamenti dell’umore;
- cambiamenti del comportamento;
- area economica e legale.
Area del gioco d’azzardo
Per quanto riguarda le caratteristiche del gioco, un segnale importante è dato dall’aumento nella frequenza delle giocate, che si fanno sempre più ravvicinate con un numero sempre maggiore di accessi ai luoghi del gioco, siano essi fisici o virtuali. Anche il tempo di fruizione aumenta, le ore spese sui siti online di gioco o trascorse nelle sale slot, al casinò o al bar davanti alle macchinette incrementa gradualmente. Con il tempo, ad aumentare è anche il denaro speso. Inoltre, la persona persiste nel comportamento di gioco pur a fronte delle numerose perdite in denaro, nella vana speranza di recuperare quanto perso, assumendo rischi sempre maggiori (la cosiddetta rincorsa alle perdite).
Cambiamenti dell’umore
E’ possibile osservare una notevole oscillazione e discontinuità nell’umore della persona. A tratti può mostrarsi irritabile e in ansia oppure triste; in altre occasioni, invece, lo si vede distratto ed emotivamente distaccato, come se fosse con la mente da un’altra parte. E in effetti è proprio così, i suoi pensieri sono spesso rivolti al gioco, è preoccupato per questioni relative al passato o al futuro, pensa a come potersi procurare denaro per giocare (il che può comportare numerosi e ingenti debiti, sia con le istituzioni preposte sia con amici o addirittura con la malavita) e rimugina spesso sulle conseguenze negative causate dal gioco e come poter rimediare. La persona non prova più interesse per le attività che prima lo coinvolgevano con passione e soddisfazione. Spesso si mostra depresso, arrivando anche a esprimere pensieri suicidi. Altre volte può essere aggressivo e violento, accendendosi come una miccia specialmente se si tratta di parlare delle proprie condotte di gioco e del denaro speso.
Cambiamenti del comportamento
In quest’area è possibile rilevare un peggioramento sul luogo di lavoro o in ambito scolastico, mentre a casa si può osservare un cambiamento nelle abitudini alimentari o nel sonno. La persona, inoltre, trascorre molto più tempo fuori casa o davanti a computer e cellulare.
Il soggetto mente a chiunque, anche a se stesso, circa il proprio comportamento di gioco e l’impatto che esso ha sulla propria vita, pur di negare o minimizzare il suo grado di coinvolgimento. Vi è una tendenza all’isolamento, trascura la compagnia di famigliari e amici e si assume sempre meno le proprie responsabilità familiari.
SINTOMI NELL’Area economica e legale
Il
giocatore d’azzardo che sia entrato in una spirale patologica e compulsiva vive
una grave crisi economica: a fronte di un’elevata necessità di liquidità per
sostenere le proprie condotte, i soldi a disposizione sono sempre meno. Nella
condizione di non riuscire a smettere o ridurre il gioco, deve trovare sempre
nuovi modi per avere liquidità a disposizione: così può arrivare a non pagare
le spese come l’affitto o il mutuo e le bollette. Chiede spesso prestiti a
familiari e ad amici, e spesso non è in grado di restituirli, con le scuse più disparate.
Chiede prestiti anche alle istituzioni bancarie e di credito e, nei casi più gravi,
anche alla criminalità organizzata. Sottrae oggetti di valore in casa per
rivenderli. Sul conto corrente si verificano numerosi prelievi bancomat di
piccolo importo e i movimenti bancari diventano inusuali e spesso privi di una
valida giustificazione. Ogni circostanza di vita che prevede l’uso di denaro
viene rivista e la persona arriva anche a posticipare o annullare occasioni
come, ad esempio, le vacanze. Infine, può arrivare anche a compiere truffe o
furti, arrivando a situazioni estreme come la carcerazione.
Si capisce, quindi, come sia fondamentale intercettare al più presto i sintomi della ludopatia che indicano una virata verso una fruizione patologica del gioco d’azzardo, per limitarne i danni nella vita della persona e della sua famiglia. Spesso, per queste persone, si rende necessario un percorso di recupero che conduca la persona a riconoscere la natura problematica del proprio comportamento, che spesso non viene riconosciuta.
L’obiettivo, al San Nicola, è quello di fermare il comportamento per capire il comportamento. Capire quali sono i rinforzi che portano avanti la dipendenza, i danni e gli effetti del gioco nella vita della persona, i blocchi in cui si è incastrati e dai quali ancora non si è riusciti a liberarsi. Infine, quali i comportamenti e gli atteggiamenti necessari per cambiare la propria vita. Per aiutare le persone servono le persone: al San Nicola educatori, terapeuti, counsellor in recupero da tanti anni mettono ogni giorno la loro esperienza al servizio di chi vuole aiutarsi.
Contenuto curato dal Dott. Claudio Pederzani
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