Metadone, substitol, suboxone e subutex: uso e rischio di dipendenza

Metadone

Metadone, substitol, suboxone e subutex: uso e rischio di dipendenza

Le sostanze oppiacee sono fra quelle più pericolose per la salute dell’uomo in quanto instaurano dei meccanismi di dipendenza in modo repentino e duraturo. Per liberarsi dalla dipendenza di sostanze oppiacee è possibile seguire alcune terapie sostitutive che prevedono l’uso di altre sostanze come il metadone, il substitol, il subutex e il suboxone.

Cos’è il Metadone

Il metadone è un oppioide sintetico usato nella gestione dei sintomi di astinenza da oppioidi e per la gestione del dolore cronico. Questo farmaco è assunto principalmente per via orale e raramente per iniezione. Il metadone è un medicinale, il cui uso è autorizzato e normato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, e deve necessariamente essere usato sotto supervisione medica, soprattutto perché, al pari di altri oppioidi, genera euforia in chi lo assume e questo potrebbe condurre a un abuso del farmaco stesso.

L’uso di metadone può avere numerosi effetti collaterali sia fisici che psicologici, fra i quali:

  • Sudorazione alterata;
    • Nausea
    • Emicrania;
    • Secchezza delle mucose;
    • Aumento del peso;
    • Sbalzi d’umore;
  • Sonnolenza e capogiri;
  • Inibizione della produzione di testosterone e quindi disturbi della sfera sessuale maschile e alterazione del ciclo mestruale;
  • Crisi di astinenza.

Durante quest’ultima è possibile sperimentare convulsioni, prurito diffuso, gonfiore di occhi, viso, bocca, lingua e gola. Anche se più raramente, è possibile avere anche problemi respiratori, difficoltà a deglutire e allucinazioni visive e acustiche.

La possibilità di sviluppare una dipendenza da metadone fa sì che il suo uso avvenga solamente sotto supervisione medica e non alterare le dosi prescritte autonomamente senza prima aver consultato lo specialista di riferimento.

Cos’è il substitol

Il substitol è il nome commerciale della morfina solfato. È un oppioide semisintetico usato per alleviare stati di dolori cronici e si assume sotto stretto controllo medico, in quanto un dosaggio troppo elevato può causare overdose, inoltre, è un farmaco che produce una forte dipendenza.

L’abuso di metadone e substitol ed effetti collaterali

Queste due sostanze hanno in comune alcuni dei sintomi collegati al loro abuso o uso improprio. Ad esempio, assumere il substitol insieme ad eroina o cocaina, usarlo in dosi più elevate rispetto a quanto prescritto o decidere di assumerlo per via endovenosa, sono pratiche potenzialmente letali, esattamente come combinare il metadone con l’alcol.

I sintomi più comuni di un uso incontrollato di metadone o substitol comprendono:

  • Nausea e vomito;
    • Costrizione delle pupille;
    • Sonnolenza e debolezza muscolare;
    • Pelle pallida;
    • Dispnea;
    • Bassa pressione del sangue;
    • Stato di incoscienza e coma.

In casi gravi, questi sintomi possono degenerare in un arresto respiratorio e cardiaco che, a loro volta, possono condurre alla morte del paziente.

Cos’è il suboxone

Suboxone è il nome commerciale per la buprenorfina e viene impiegato per trattare il disturbo da uso di oppioidi a sostegno della terapia psicologica. Il suo effetto è quello di ridurre i sintomi di astinenza per circa 24 ore grazie alla presenza di naloxone, in grado di bloccare gli effetti degli oppioidi. Viene somministrato sotto la lingua o tra le gengive e la guancia per una disintossicazione rapida da oppiacei.

Anche il suboxone può generare dipendenza a causa di un uso improprio sia per le quantità assunte che per la frequenza con la quale se ne fa uso ma anche per eventuali accoppiamenti con altre sostanze come metadone, cocaina o alcol.

Cos’è il subutex

Subutex è un analgesico oppioide semisintetico, il cui principio attivo è la buprenorfina e si ottiene a partire dalla morfina. In medicina viene usato per trattare la dipendenza da oppioidi e gli stati di dolore sia acuto che cronico. Il subutex viene considerato il migliore tra i farmaci usati per la terapia sostitutiva perché il rischio di overdose è davvero basso.

Le vie di somministrazione prevedono l’assorbimento cutaneo tramite posizionamento sotto la lingua o con cerotti. In alternativa è possibile anche iniettarlo in vena senza rischio di intossicazione.

La dipendenza da metadone, substitol, subutex e suboxone

Nonostante questi farmaci vengano usati per trattare problemi di tossicodipendenza, spesso, diventano loro stessi un problema proprio perché sono in grado di scatenare una dipendenza se usati impropriamente.

La procedura di disintossicazione che ne consegue, come per tutte le altre sostanze stupefacenti, dipende dalla storia del paziente e dalle sue caratteristiche fisiche e psicologiche.

Il trattamento può avvenire in regime di ricovero ospedaliero o ambulatoriale e si compone generalmente in 5 fasi.

Fase 1. Diagnosticare la dipendenza

Il primo passo è quello di avere la certezza che il paziente sia soggetto a una dipendenza da metadone o altre sostanze per la gestione delle tossicodipendenze. Tramite la fase diagnostica è possibile valutare lo stato fisico e psicologico del paziente per poi procedere alla prescrizione del percorso più adeguato.

Per fare la diagnosi è necessario effettuare alcuni test, tra cui:

  • Esame fisico eseguito dallo specialista di riferimento;
    • Test per epatite B e C, e HIV;
    • Analisi del sangue e delle urine;
  • Elettrocardiogramma (ECG);
    • Livello di dipendenza e quando è iniziata;
  • Stato di salute mentale;
    • Motivazione del paziente a procedere con il trattamento;
    • Presenza di depressione.

Fase 2. Disintossicazione

Dai dati raccolti nella fase precedente, si studia e prescrive la procedura di disintossicazione più adatta al paziente. I metodi di disintossicazione più utilizzati sono:

  • UROD (disintossicazione ultra-rapida dagli oppioidi);
  • Terapia NET (neuro jet);
  • Farmacoterapia.

Questa fase dev’essere il più veloce e indolore possibile, e ripristinare il sonno e l’appetito del paziente: due punti cardine per mantenere alta la motivazione e le condizioni psicofisiche per procedere con il trattamento.

Disintossicazione ultra-rapida

È una procedura di disintossicazione recente e molto efficace: si velocizza il processo di purificazione del corpo mentre si sopprimono i sintomi di astinenza. Questa procedura potrebbe prevedere la disintossicazione in stato di anestesia del paziente e uso di suboxone e metadone. In questo modo, i sintomi più feroci dell’astinenza vengono attraversati durante una fase di addormentamento di circa 6 o 8 ore, attenuandoli grazie alla somministrazione dei farmaci menzionati. I sintomi residui che il paziente sperimenterà da sveglio saranno di minore entità e gestibili con analgesici non oppioidi.

Potrebbe essere necessario ripetere questa operazione fino a tre volte per ottenere risultati ottimali.

NET

O terapia Neuro Jet si serve di un dispositivo che stimola specifici neuroni nel cervello, in particolare quelli che secernono oppioidi, infatti, il loro normale funzionamento viene inibito dall’abuso di sostanze. Ristabilendo il loro funzionamento, si evita che il paziente ricorra a sostanze esterne per proteggersi da dolore, stress e pensieri negativi.

La procedura NET è indolore a meno di un lieve solletico o delle vibrazioni percepite dal paziente.

Farmacoterapia

Questa tipologia di disintossicazione di basa sulla somministrazione di farmaci che eliminano i sintomi dovuti all’ astinenza come nervosismo, l’irritabilità, la disforia, l’insonnia. Fra questi, si includono farmaci ipnotici, antidepressivi e stabilizzatori dell’umore.

Questo tipo di terapia viene associato alla prescrizione di una dieta sana e bilanciata che aiuti l’organismo ad assimilare correttamente sia il farmaco che tutti i nutrienti per ristabilire l’equilibrio psicofisico necessario per affrontare il percorso di disintossicazione. Il vantaggio principale della farmacoterapia è quello di essere sicura e di non creare dipendenza.

Fase 3. Fisioterapia

Dopo la fase di disintossicazione e purificazione del corpo, si può associare alla terapia medica anche quella fisioterapica con il massaggio profondo dei tessuti. Questo tipo di trattamento ha diversi vantaggi:

  • Rilassa il corpo, calma lo stato alterato causato dagli oppioidi;
  • Normalizza i livelli di dopamina;
  • Migliora la circolazione sanguigna e linfatica, velocizzando l’eliminazione delle sostanze tossiche.

Fase 4. Blocco farmacologico dei recettori

Alcuni percorsi di disintossicazione da sostanze stupefacenti prevedono la somministrazione di Naltrexone nei pazienti nella fase finale del trattamento. Si tratta di un farmaco che blocca i recettori degli oppioidi: se un paziente dovesse assumere metadone o addirittura eroina, ciò non causerà più euforia, crollerà quindi il desiderio di riprovare.

Fase 5. Mantenimento

La tossicodipendenza è una malattia cronica che deve essere tenuta a bada per tutta la vita con una grande forza di volontà per scongiurare eventuali ricadute. È quindi fondamentale per un ex dipendente, circondarsi di persone che possano fornirgli supporto sia a livello famigliare che professionale.