Regolazione emotiva e abuso di sostanze

Regolazione emotiva

Regolazione emotiva e abuso di sostanze

Chi fa uso di sostanze lo fa sperando di riuscire ad alterare il suo stato emotivo corrente che, per qualche motivo, non è più accettabile: potrebbe voler evitare di rivivere delle sensazioni spiacevoli che già sa che lo farebbero stare male o stati emotivi difficili da tollerare come noia o ansia. Questo viene definito in psicologia un comportamento evitante.

Nel 1985 Khantzian formulò una teoria, ancora attuale, basata su due assunti:

  1. L’abuso di sostanze è favorito da stati emotivi negativi;
  2. La scelta della sostanza non è casuale.

Introduciamo quindi il concetto di regolazione emotiva, definita come “l’insieme di comportamenti, capacità e strategie consci e inconsci, automatici o che richiedano uno sforzo attivo nel modulare, inibire o aumentare l’esperienza e l’espressione emotiva” (Calkins, 2010), e di come questa influisca sull’abuso di sostanze stupefacenti.

L’importanza della regolazione emotiva

La regolazione emotiva influisce su molti aspetti del nostro comportamento.

Oltre ad essere un fattore correlato allo sviluppo di alcune psicopatologie, ha un’importanza fondamentale nell’esperienza e nell’espressione delle emozioni e in particolare del controllo di quelle negative.

In uno studio del 2004 (Gratz e Roemer) sono state definite 6 aree specifiche in cui un soggetto con una regolazione emotiva insufficiente sperimenta maggiori difficoltà:

  1. mancanza di consapevolezza delle emozioni;
  2. ridotta trasparenza nella risposta emotiva;
  3. mancata accettazione della risposta emotiva;
  4. accesso limitato a strategie efficaci di regolazione emotiva;
  5. difficoltà nel controllo degli impulsi quando si sperimentano emozioni negative;
  6. ridotte capacità nel mettere in atto comportamenti efficaci quando si sperimentano stati emotivi negativi.

Altri studi hanno messo in relazione l’uso di sostanze e le emozioni: emozioni negative che hanno a che fare con i disturbi di ansia e dell’umore spingono l’individuo a cercare sollievo in sostanze come cocaina, cannabis o altre, allo scopo di ridurre le sensazioni indesiderate (Mirin et al., 1987).

In questo senso, ricorrere alle sostanze costituisce una strategia a breve termine, per alterare lo stato corrente: aumentare la percezione di emozioni positive e/o alleviare quella di stati negativi.

Per quanto riguarda la scelta della sostanza, uno studio del 2007 suggerisce come le persone scelgano di usare una sostanza invece che un un’altra perché è proprio quella che gli permette di evitare degli schemi di comportamento che sono fonte di angoscia o dolore. Ad esempio, individui che tendono ad avere comportamenti aggressivi sarebbero più predisposti all’utilizzo di oppiacei o alcol mentre chi tende a permanere in uno stato depressivo è più probabile che faccia ricorso alla cocaina e/o alle amfetamine, che sono sostanze eccitanti (Sarnu & Maderno, 2007).

Cosa prevede il trattamento

Uscire da una dipendenza causata da una scarsa competenza in termini di regolazione emotiva è possibile con il supporto di specialisti.

La letteratura e l’esperienza suggeriscono di procedere in tre fasi:

  1. prima di tutto è fondamentale la disintossicazione dalla sostanza di cui si sta abusando;
  2. successivamente è necessario un ricovero con un percorso di riabilitazione per capire quali sono i motivi alla base dell’abuso e affrontarli;
  3. infine, dare al paziente gli strumenti necessari per prevenire future ricadute.

La seconda fase è quella più delicata: l’incidenza di pazienti con scarsa regolazione emotiva, che fa abuso di sostanze, aumenta fra chi è stato vittima di episodi di violenza o altre esperienze traumatiche (Polusny e Follette, 1995).

Una volta individuati gli schemi di funzionamento della persona che rinforzano la dipendenza, l’individuo viene guidato verso l’apprendimento di tecniche per la gestione di ansia e stress con il supporto farmacologico solo se strettamente necessario.

Uno dei metodi applicati è la psicoterapia cognitivo comportamentale che mira a gestire l’emotività negativa a favore di quella positiva soprattutto nelle situazioni che per quel paziente sono a rischio di ricaduta.

Altri metodi sfruttano la tecnica dell’evitamento in cui sono bravissimi i pazienti stessi, proprio per evitare di abusare della sostanza tramite rievocazione di eventi negativi legati alla sostanza stessa.

Anche le pratiche mindfulness trovano ampio utilizzo in queste situazioni: con questo metodo si cerca di cambiare l’approccio della persona a emozioni e pensieri che gli causano ansia e stress invece che ridurne intensità e frequenza.

Quando chiedere aiuto

Se sei arrivato a leggere fin qui è possibile che tu riconosca te stesso o una persona cara in uno o più dei comportamenti appena descritti e problemi relativi alla regolazione emotiva. Se pensi che sia arrivato il momento di chiedere supporto per uscire dal circolo vizioso dell’abuso di droghe scegli un centro specializzato che possa mettere al tuo servizio competenza e umanità.

Il Centro San Nicola fa esattamente questo: il suo team di professionisti con pluriennale esperienza sa benissimo quanto sia importante il rapporto umano che i pazienti instaurano con i loro specialisti di riferimento, che siano educatori, terapeuti o counselor.

Gli specialisti costruiranno per te uno specifico percorso di riabilitazione basato sulla tua storia e sulle tue necessità e ti seguiranno fino a che non riuscirai a riprendere in mano la tua vita.

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